abilità sensoriali

Autismo e sensorialità

Nei disturbi dello spettro autistico, per come esse definite dal DSM IV, in più dei disturbi nella comunicazione e delle interazioni sociali sono anche presenti dei disturbi sensoriali e della percezione. In maniera generale, le persone con autismo non presentano una deficienza sensoriale ma piuttosto delle particolarità del trattamento delle informazioni sensoriali che si traducono, a volte, con delle anomalie paradossali.

Dopo aver verificato e eliminato una qualsiasi forma di sordità e di cecità, diversi elementi testimoniano l’esistenza di queste particolarità nelle persone con autismo: pensate ad esempio alle autobiografie di persone con autismo ad alto funzionamento (Temple Grandin 1997) o alle testimonianze fornite dai familiari o ancora le osservazioni degli specialisti che hanno condotto anni di ricerca nella materia (O.Bogdashina)

Secondo Ayres (1979) “le sensazioni possono essere considerate come il nutrimento del cervello”. 

I diversi sensi operano attraverso gli organi sensoriali che si sviluppano in maniera precoce nella vita intra-uterina. Alcuni di questi organi sono peraltro già maturi alla nascita. E’ ad esempio il caso del sistema tattile e dell’apparato vestibolare. Ricordiamoci in effetti che l’esperienza sensoriale è fondamentale per lo sviluppo del bambino, la comprensione dell’ambiente, la comunicazione….

L’essere umano è dotato di sette “sistemi” sensoriali, ciascuno porta al cervello delle informazioni specifiche:

  • Sistema tattile: sensazione tattile, pressione, vibrazioni, temperatura, dolore
  • Sistema visivo: colore, forma, distanza, intensità, luminosità
  • Sistema uditivo: provenienza dei suoni, intensità, frequenza, ritmo
  • Sistema olfattivo: provenienza degli odori, sensazione gradevole o sgradevole
  • Sistema del gusto: testura degli alimenti, sapore
  • Sistema vestibolare: equilibrio, gravità, velocità
  • Sistema propriocettivo: informazioni muscolari, nervi, articolazioni

Tutti gli organi sensoriali hanno la funzione di trasformare le informazioni provenienti dall’esterno, chiamati “stimoli sensoriali”, in messaggi nervosi che saranno trattati in zone cerebrali specifiche.

La Percezione

Secondo Olga Bogdashina (2013), la percezione è ciò che ci permette di raccogliere, interpretare e capire le informazioni del mondo esteriore attraverso i nostri sensi.

Il processo di percezione si compone di diversi “stadi”: comincia con la sensazione, cioè la reazione elementare priva di un qualsiasi tipo di analisi e può essere schematizzato cosi:

 

Stimolo ⇒

Sensazione ⇒

Interpretazione ⇒

Concetto ⇒
Una penna  (oggetto) Un oggetto fine, lungo, di plastica Capisco che è una penna So che mi serve per scrivere



Particolarità sensoriali nei disturbi dello spettro autistico

Le persone con disturbo dello spettro autistico possono presentare dei disturbi nel trattamento delle informazioni sensoriali e questo impatta considerevolmente la loro qualità della vita. I problemi sensoriali sono vari e soprattutto specifici a ogni persona. Per di più, in ognuno dei sistemi sensoriali, una persona affetta da autismo può presentare più caratteristiche diverse.

Diverse sono oggi le teorie che ci permettono di capire le particolarità del trattamento degli stimoli sensoriali nelle persone con autismo, una tra le tante è la teoria dell’integrazione sensoriale di Ayres (1979). I disturbi osservati secondo lui riguardano, tra l’altro, l’integrazione delle modulazioni sensoriali e questo sembra essere legato al trattamento degli stimoli a livello puramente cerebrale.

L’aspetto variabile delle problematiche sensoriali relative all’autismo tiene quindi all’instabilità del trattamento neurosensoriale degli stimoli esterni. Le percezioni si dimostrano troppo importanti in alcuni momenti e troppo deboli in altri, portando quindi un incapacità a selezionare e regolare il trattamento degli stimoli sensoriali. Le persone con autismo presentano delle grandi difficoltà a trattare tutte queste percezioni e si sentono quindi a disagio, sentono un senso di confusione o anche delle ansie profonde. Per di più, le persone con forme di autismo dette “ad alto funzionamento” parlano dei disturbi sensoriali come di una delle più grandi frustrazioni durante l’infanzia. Olga Bogdashina, nella sua opera del 2013, tenta di listare le diverse modalità di trattamento delle informazioni sensoriali presenti in ogni persona affetta da autismo. 

Qui di seguito cercheremo di abbordare più specificatamente le tre nozioni seguenti: l’hyper-sensorialità, l’hypo-sensorialità e il trattamento mono sensoriale.

Hyper-sensorialità

L’hyper-sensorialità corrisponde ad una sensorialità più spiccata della norma.

Un esempio di hyper-sensorialità tattile è rappresentato dalla persona che non vuole essere toccata, che si allontana quando tentiamo di darle la mano, oppure la persona che non sopporta alcuni tessuti, che reagisce in modo estremo al caldo o al freddo, o al dolore. Un esempio invece di hyper-sensorialità vestibolare è la persona che mostra delle difficoltà nel cambio direzionale del movimento, o della persona che non riesce a camminare all’indietro o che ha dei problemi di equilibrio. Quando l’hyper-sensorialità si dimostra nell’ambito olfattivo o gustativo la persona può avere dei problemi di alimentazione, come la selettività alimentare. Nell’hyper-sensibilità visiva invece si va incontro a una difficoltà nella sopportazione delle luci. In quella auditiva si potrà riscontrare una reazione esagerata a determinati rumori, una sensibilità particolare verso dei suoni quasi impercettibili per le persone comuni.

Hypo-sensorialità

Al contrario, una hypo-sensorialità corrisponde a una sensibilità ridotta agli stimoli sensoriali.

Un hypo-sensorialità tattile si traduce ad esempio con una tendenza della persona a cercare dei contatti “fermi”, “stretti”; la persona non reagisce al dolore, non sente i cambiamenti nella temperatura. Da un punto vestibolare, in caso di hypo-sensorialità la persona tende a girare su stessa, cerca sensazioni dondolandosi, gesticola abbondantemente, cade frequentemente. Una persona con autismo che mette tutto in bocca potrebbe avere un hypo-sensorialità gustativa e olfattiva

Alcuni comportamenti vengono a volte classificati come stereotipie mentre invece sono soprattutto delle reazioni a questo tipo di hypo-sensorialità: muovere le dita davanti agli occhi, osservare le luci e i riflessi, provocare rumori importanti.

Trattamento monosensoriale

Il trattamento monosensoriale degli stimoli esterni porta la persona con autismo ad essere capace di trattare delle informazioni proveniente da un solo sistema alla volta. Questo significa, per esempio, che la persona con autismo potrebbe non guardarvi mentre le parlate: questo non significa che non ascolta, significa che probabilmente non può trattare le informazioni visive (voi) e auditive (ciò che dite) in contemporanea. Per evitare quindi un sovraccarico sensoriale che la metterebbe in difficoltà, la persona automaticamente smette di guardarvi.

Approccio sensoriale dell’autismo

L’approccio sensoriale si sviluppa su diversi assi: la valutazione, o profilo sensoriale, l’adattamento dei comportamenti e delle pratiche di accompagnamento, la terapia sensoriale, l’adattamento dell’ambiente.

La valutazione del profilo sensoriale consiste nella ricerca e nell’analisi del funzionamento sensoriale: capirne le modalità, le tendenze della persona. Questo è possibile attraverso la griglia di Dunn oppure di quella di Bogdashina, conosciuta anche con la sigla SPCR.  Prendere in conto il profilo sensoriale è essenziale e condiziona lo sviluppo delle modalità di accompagnamento proposte nel progetto della persona.

La valutazione di bogdashina contiene 20 categorie che ricoprono i sette sistemi sensoriali: vista, udito, tatto, gusto, propriocezione e il sistema vestibolare. In questo approccio,  le esperienze sensoriali non sono per forza considerate come “non funzionanti” ma sono piuttosto qualificate come abilità e particolarità della persona.

 

Il profilo sensoriale di Dunn invece è un questionario di 125 domande per descrivere i comportamenti della persona di fronte ai vari stimoli sensoriali. Il suo obiettivo è di valutare le specificità del trattamento degli stimoli e la loro incidenza nella vita quotidiana.

Il profilo sensoriale costituisce il punto di partenza per l’elaborazione del progetto di vita della persona (parleremo del progetto di vita in un prossimo articolo).




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