Spettro autistico

Funzionamento cognitivo nei disturbi dello spettro autistico: l’importanza del capirne i dettagli nell’accompagnamento quotidiano

Tutti coloro che si sono trovati almeno una volta a passare qualche ora con una persona affetta da disturbi dello spettro autistico, sia bambini che adulti, si sono probabilmente posti la stessa domanda: perché non ci riesce? Perché non mi capisce? Cosa vede diversamente da me?
Questo articolo non ha la pretesa di rispondere a questo tipo di domande ma può già dare qualche indicazione basandosi sulle ricerche scientifiche degli ultimi venti anni in tutto il mondo.

Funzionamento cognitivo nei disturbi dello spettro autistico

Psicologia cognitiva: le funzioni esecutive

Le funzioni esecutive sono un insieme di operazioni mentali che si mettono in moto automaticamente per svolgere delle azioni. esse giocano un ruolo fondamentale nel funzionamento cognitivo e socio affettivo della nostra esistenza, il loro buon funzionamento ci rende “autonomi” ( Casey B. e Caudle K. 2013).

Le funzioni esecutive controllano i processi e le strategie da dover adottare per tutte le azioni legate alla vita quotidiana. Esse hanno un ruolo centrale nello sviluppo cognitivo, socio-emozionale e negli apprendimenti fondamentali.

Le diverse funzioni esecutive si raggruppano in quattro processi principali:

  • la pianificazione
  • l’inibizione
  • la memoria procedurale
  • la flessibilità cognitiva

Tutti questi processi si sviluppano progressivamente e sono dipendenti tra di loro. Vedremo con questo articolo il loro funzionamento, il loro sviluppo e il ruolo che assumono negli apprendimenti. Mostrerò in seguito e per ogni gruno dei processi quali disfunzionamenti questi possono mostrare nei disturbi dello spettro autistico.

 

  • la pianificazione

 

la pianificazione è l’elaborazione mentale di un piano d’azione per svolgere un’azione dall’inizio alla fine. Senza che ce ne accorgiamo, prima di iniziare a fare qualcosa, le diverse tappe vengono elaborate mentalmente per poter adottare una strategia efficace. Questa elaborazione mentale si fa automaticamente e ci guida durante tutta l’azione. Si tratta quindi della capacità di elaborare una successione di stadi per realizzare un obiettivo.

Un esempio di questo processo mentale può essere fatto con il lavarsi le mani: noi sappiamo automaticamente che il lavarsi le mani implica bagnarle, applicare il sapone, strofinare, sciacquare e asciugare.  Questa capacità di anticipazione ci permette di eseguire ogni tappa nel buon ordine e di prevedere in anticipo ciò di cui abbiamo bisogno (nel nostro caso sapone e asciugamano). 

Mi sembra importante aggiungere che la pianificazione implica il buon funzionamento di altri processi come l’anticipazione, l’inibizione e la memoria procedurale

  1. l’inibizione

l’inibizione si può definire come la capacità di fermare un’azione, un movimento o un’idea per compiere un’altra già in corso. Si tratta di un meccanismo detto “regolatore generale dei comportamenti”, tanto cognitivi che psicomotori. L’inibizione interviene anche in campo sensoriale e percettivo per permetterci di selezionare lo stimolo necessario e non percepire quello secondario (Mateer 1996, Posner e Peterson  1990). L’inibizione é quindi l’elemento base dello sviluppo poiché ci permette la selezione e l’organizzazione di nuove conoscenze.

Già dai 9-10 mesi, i bambini sono capaci di inibire una risposta inappropriata per svolgere un’azione e questa capacità aumenta in modo lineare con l’avanzamento dell’età.

  1. memoria procedurale

La memoria procedurale può essere considerata l’atelier del cervello ( Houdé O. e Borst G. 2018). Essa ci permette di memorizzare e tenere attive le informazioni necessarie allo svolgimento dell’azione in corso. La memoria procedurale si attiva, per esempio, quando dobbiamo organizzare e “legare” diversi elementi per risolvere un problema. Le diverse informazioni percettive arrivano nella memoria procedurale e questa permette al nostro cervello di trattarle simultaneamente.
La memoria procedurale si acquisisce molto rapidamente. Un bambino di 9 mesi è già in capacità di tenere attive due informazioni allo stesso tempo per arrivare ad una media di sette all’età adulta. Questa gioca quindi un ruolo fondamentale per l’esecuzione di una qualsiasi azione, nella comunicazione e negli apprendimenti.

  1. d)       la flessibilità cognitiva

la flessibilità cognitiva consiste nella capacità di alternare tra diverse strategie per risolvere un problema scartando così quella “non idonea”. Queste si attiva nelle situazioni in cui la nostra mente deve adattarsi a un cambiamento. Ciò implica che la flessibilità cognitiva é strettamente legata alla memoria procedurale e all’inibizione: per poter passare da un idea a un’altra si deve poter memorizzare entrambe e inibirne una. 

 Lo sviluppo stesso di questo processo dipende da quello della memoria procedurale e dell”inibizione.

Anomalie delle funzioni esecutive nei disturbi dello spettro autistico

Nei disturbi autistici, tutti questi processi possono presentare anomalie.

A volte possiamo notare nella persona con autismo una difficoltà importante nel passare da un concetto all’altro, ciò che porta quindi, come conseguenza una importante rigidità del funzionamento psichico. Una grande difficoltà che ne consegue è la resistenza di fronte ai cambiamenti e agli imprevisti. Quando la flessibilità mentale presenta delle anomalie, la persona non riuscirà ad adattare il proprio comportamento al cambiamento. 

Quando invece è l’inibizione a presentare delle anomalie, la persona percepisce simultaneamente ogni piccolo elemento che la circonda senza riuscire a organizzare le diverse percezioni. E’ quindi fondamentale di “purificare’ l’ambiente togliendo il più possibile elementi “non utili”. Per fare un esempio nella vita quotidiana: quando chiediamo al bambino/adulto con autismo di preparare la tavola, è importantissimo accompagnarlo strutturando lo spazio, sul piano di lavoro devono essere visibili solo gli oggetti di cui ha bisogno e, quanto più possibile, privilegiando una disposizione in “compartimenti” diversi (esempio nella foto). Senza questa strutturazione, se la persona ha un disfunzionamento dell’inibizione, essa non sarà in grado di trovare gli oggetti di cui ha bisogno e di disporli correttamente.Anomalie delle funzioni esecutive nei disturbi dello spettro autisticoLa pianificazione, in alcuni casi di autismo, può rivelarsi non funzionante. Questo disfunzionamento si rivela con delle difficoltà nelle azioni più comuni della vita quotidiana. Tanto per pianificare alcune azioni (lavarsi le mani, lavare i denti ecc.) che per pianificare elementi più complessi (prepararsi a uscire di casa). Queste problematiche richiedono quindi un accompagnamento educativo specifico per dar loro modo di anticipare le azioni e gestire meglio i diversi momenti della loro giornata. Degli strumenti visivi possono essere usati per questo tipo di difficoltà: una sequenza di immagini che mostra ogni tappa necessaria allo svolgimento dell’azione.

sequenza di immagini

Nei disturbi dello spettro autistico, la memoria procedurale può presentare dei disfunzionamenti dando luogo ad una reale e profonda difficoltà nel compiere delle azioni. Questa difficoltà necessità quindi si un aiuto appropriato nella vita quotidiano evitando il più possibile le “doppie richieste (“prendi la borsa e esci”). Questa capacità deve essere appresa durante lo sviluppo poiché non si fa sempre spontaneamente nei casi di autismo. Con una domanda come “metti le scarpe, il cappotto e esci”, il bambino/adulto con autismo potrebbe non rispondere non perché non lo sa fare, ma perché non è in capacità di mantenere e svolgere le tre azioni richieste simultaneamente.

Conclusioni

Come detto nell’introduzione, questo articolo si é posto lo solo scopo di aiutare a capire alcune difficoltà riscontrate nella vita di tutti i giorno dalle persone con autismo.

Spero umilmente di aver potuto rispondere a qualche domanda e, magari, di avervi dato qualche idea per accompagnare al meglio queste persone.

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